Aceto nelle pulizie: ecco quello che dobbiamo sapere prima di usarlo

L’utilizzo dell’aceto nelle pulizie è diventata ormai una soluzione adottata da molti, ma è una scelta consapevole?

Da qualche tempo in tutti i siti web, gruppi o pagine che si occupano di pulizie domestiche, non si parla di altro. Ormai è diventata una moda, la soluzione per pulire qualsiasi cosa. Che sia di vino, di alcol, bianco o di mele, l’aceto è diventato un must have.

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Ma è davvero così?

Lo usavano già le nostre nonne, è economico, è naturale (lo usiamo nell’insalata!). Spesso lo abbiamo già in casa ed è ecologico quindi salviamo l’ambiente.

Queste le motivazioni di chi lo usa ormai abitualmente.
Purtroppo però molte di queste convinzioni sono errate infatti:

  • potrebbe causare danni alla nostra salute
  • non è ecologico quanto pensiamo
  • non è economico come sembra
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Quali sono i problemi che potrebbe causare?

L’aceto è molto utile e dà risultati soddisfacenti se usato per alcune pulizie come:
– lavare i pavimenti (fatta eccezione per quelli in marmo e graniglia su cui provoca corrosione)
– togliere i cattivi odori dai piatti
– rimuovere il calcare dai rubinetti o dal soffione della doccia
– pulire i vetri

In altri casi invece rischia di creare danni alla nostra salute e ai materiali.
Il suo uso è quindi assolutamente sconsigliato:
– in lavatrice come ammorbidente
– in lavastoviglie come brillantante
– per pulire le pentole
L’aceto è composto da acido acetico altamente corrosivo e aggressivo per le superfici metalliche.  Quindi i metalli (vasca della lavatrice, interno della lavastoviglie) alla lunga potrebbero anche danneggiarsi.
Ma soprattutto questa azione corrosiva favorisce la liberazione di nichel contenuta nei metalli che a contatto con la pelle potrebbe causare irritazioni, dermatiti e favorire l’insorgenza della SNAS (allergia al nichel).

Non è economico

A prima vista sembrerebbe di sì, infatti il costo di una bottiglia di aceto varia da 1 € a 1,50 €.
Ma i conti ci dicono il contrario.
In una bottiglia di aceto c’è solo il 5% di sostanza attiva (acido acetico) il resto è acqua. Quindi per fare 1 kg di acido acetico dobbiamo comprare 20 bottiglie di aceto: 1 € x 20 = 20 €.
L’acido citrico costa invece mediamente solo 8/9 € al kg.

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Quanto inquina? Parola al chimico

Confrontiamo 1 litro di aceto (percentuale di acido acetico al 5%) e 1 litro di soluzione al 5% di acido citrico.
In entrambe le soluzioni abbiamo 50 grammi di principio attivo.
Prendendo in considerazione la tossicità acuta, la tossicità cronica e la degradazione dei componenti, possiamo stabilire che:

  • 1 litro di aceto inquina 100.000 litri di acqua.
  • 1 litro di soluzione con acido citrico al 5% inquina 875 litri.

Quindi l’aceto inquina 53 volte di più dell’acido citrico.
Inoltre come abbiamo spiegato prima, la corrosione causata dall’acido acetico fa sì che le particelle di metalli che si “staccano” vanno a finire in acqua e quindi favoriscono l’inquinamento.
Mettendo a confronto i metalli ritrovati analizzando l’acqua di scarico di 2 lavatrici identiche ma trattate una con aceto e l’altra con citrico si è riscontrato che nel caso del citrico i valori dei metalli sono al disotto della soglia rilevabile, mentre con l’aceto si trovano decine di milligrammi.

Ora abbiamo qualche motivo in più per rivedere le nostre abitudini!